Messale liturgico francescano

Prezioso messale liturgico, di manifattura attribuita all'Abazia di Cluny, datato alla seconda metà del XIV secolo. Si compone di 400 pesanti pagine in vello di pecora, impreziosite da fili d'oro e miniature a tempera con foglia ad oro. Preziose sono alcune decorazioni, tra cui emerge una scena idi crocifissione, di squisita manifattura trecentesca.

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Pergamena pontificale di Pasquale II

Si tratta di un documento notarile, redatto dalla Cancelleria Papale Laterana, realizzato nel 1101 e dotato di sigillo papale bronzeo e di firma del Pontefice. L'atto notarile, si riferisce alla titolazione della Basilica a San Sabino, voluta da Pasquale II, dopo aver venerato le reliquie Sante. Il Pontefice si ritirava con un lungo seguito da Melfi e il suo obiettivo fu quello di chiudere l'antica controversia tra Bari e Canosa, che le volevano nemiche per la contesa delle spoglie del Santo.

Materiale inedito dalla tomba del Principe Marco Boemondo d'Altavilla

Si tratta di una serie di oggetti, appartenuti al Principe di Antiochia e Signore di Taranto, Marco Boemondo d'Altavilla. Figlio di Roberto il Guiscardo e fratello di Ruggiero Borsa, a causa di un testamento paterno poco felice, estese le sue dominazioni in Oriente, partecipando alla Prima Crociata, di cui fu eroe vittorioso. A seguito di un credo particolare per San Sabino, fu sepolto esternamente alla Reale Cappella Palatina normanna di Canosa, dentro uno splendido mausoleo in marmo con rare porte di bronzo. Gli oggetti, si riferiscono a donazioni ed elementi di saccheggio.

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GUANTI LITURGICI PONTIFICALI

I guanti pontificali conservati nella Tesoreria Reale della Cattedrale di San Sabino ed oggi esposti al Museo dei Vescovi, da recenti studi Oxford. Risultano tra i tessuti più antichi altomedievali dell’Europa meridionale, insieme ad una mantella monacale, conservata a Lucera. Furono dono certamente imperiale a causa del simbolo del globo con croce sovrastante, presente sul collo del guanto stesso.

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CROCE D'AVORIO

La croce d’avorio esposta al Museo dei Vescovi è universalmente riconosciuta dalla comunità accademica europea, come la quarta croce altomedievale del Mediterraneo. Fu realizzata da una bottega arabo-normanno-siciliana nella prima decade dell’XI secolo, di poco successiva alla conclusione della Prima Crociata. Fu dono dei Normanni di Puglia ad Ursone, ultimo Vescovo di Canosa o, come quasi certamente, al primo Prevosto urbano, di nome Petrus. Divenne ben presto un oggetto liturgico per i pellegrini lungo la via Francigena.

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VENTAGLIO LITURGICO AFGANO

Il ventaglio liturgico afgano è un prezioso capolavoro del XII secolo, in perfetto stato di conservazione. E' un esemplare quasi gemello a quello conservato ad Istanbul ed è considerato quale migliore esemplare di ventaglio medievale, conservato in Europa.

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